Insegnamento della lingua italiana come lingua seconda, L2
La decisione di aprire un corso di italiano per minori neo arrivati in Italia nasce nel 2012, in concomitanza con il deciso aumento della migrazione nel nostro Paese e di conseguenza con un aumento a livello territoriale della domanda di prima alfabetizzazione.
Il corso durante i primi anni di vita è stato finanziato dal Fondo Europeo per l’Immigrazione (FEI) e successivamente dal Fondo asilo migrazione e integrazione (FAMI). Un’insegnante abilitata CEDILS assieme ad un educatore Esprit (facente funzione di tutor d’aula) hanno affiancato i ragazzi che si sono succeduti nell’arco degli anni. Il corso nel giro di poco tempo è stato riconosciuto a livello provinciale come punto di riferimento importante a cui inviare i minori, non solo per l’attività linguistica di prima alfabetizzazione, ma soprattutto per la possibilità offerta di sperimentare laboratori e integrazione con altri pari.
Il corso estivo di giugno e luglio è da sempre rimasto l’unico punto di riferimento aperto in Città, in cui convogliare tutti i minori ricongiunti e i Minori Stranieri Non Accompagnati della zona.
Con l’avvento della normativa europea e nazionale sull’insegnamento per competenze e sull’acquisizione di competenze in ambito formale, non formale e informale, il corso è stato riprogrammato in funzione dello sviluppo di determinate competenze: sociali e civiche, imparare ad imparare, comprendere e utilizzare la lingua italiana sia scritta che orale, collaborare e partecipare.
La metodologia scelta è ludico-laboratoriale secondo l’indirizzo CEDILS.
Ciascuna lezione è dinamica, interattiva, alterna momenti frontali di spiegazione della grammatica a momenti ludici, attraverso cui l’apprendimento di un concetto è semplificato e maggiormente assimilabile. Rilevante anche l’ausilio della lavagna multimediale (LIM), attraverso cui le immagini e i filmati possono semplificare concetti complessi. Le lezioni, soprattutto le prime all’avvio dei nuovi corsi, sono parlate in inglese e francese; spesso si utilizzano anche i peer educator (ragazzi coetanei della stessa nazionalità giunti in Italia da più tempo che possono aiutare nella traduzione). Le lezioni trovano spazio per il racconto dei viaggi dei ragazzi e per riprendere e confrontare alcuni usi e costumi. Ai corsisti è spesso chiesto di portare alcune ricette tipiche del paese d’origine per riproporle all’interno del laboratorio di cucina. Questo permette ai ragazzi di integrarsi con gli altri frequentanti del centro, sperimentando nuovi incontri. Ciò ha consentito di raggiungere importanti risultati di socializzare con ragazzi italiani e stranieri di seconda generazione e trovare un luogo di riferimento anche quando il corso di lingua italiana è terminato. Spesso le Comunità di Parma e provincia utilizzano il corso di Esprit come propedeutico ad altri insegnamenti di L2 (come CPIA) perché i ragazzi tendono contemporaneamente a immergersi in un ambiente di pari in cui si socializza, si impara la lingua e si sperimentano il fare e lo stare assieme.
I corsisti sono passati da 51 nel 2016 a 70 nel 2017 . Nel 2018 sono stati 50 solo nel corso estivo e lo stesso trand si è registrato anche nel 2019 seppure in leggera flessione a causa del decreto Salvini.